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Vaccini: una proposta etica

29-08-2018 12:16 - Riflessioni
Il presente articolo vuole essere una presentazione ETICA E NON POLITICA sull´argomento vaccini, in quanto ricordiamo che l´Avis è un´associazione apolitica e apartitica.


Col termine "vaccinazione" indichiamo l´istituzione di un´immunità contro un agente patogeno mediante la somministrazione dello stesso agente – o delle tossine da esso prodotte – in forma attenuata in modo da stimolare la memoria immunologica del soggetto vaccinato. Tale memoria entrerà in azione nel momento del contatto con l´agente infettivo, producendo risorse di difesa – gli anticorpi – contro proteine di membrana dell´agente stesso note come antigeni.

Questa pratica, che segna di fatto l´ingresso dell´Umanità nell´Era Contemporanea, nasce nel 1796 con Edward Jenner che osserva che nelle mungitrici che contraevano il vaiolo bovino non si sviluppa il vaiolo umano. Sulla base di questa osservazione, Jenner iniettò a un bambino il contenuto di una pustola di vaiolo bovino (da qui il termine "vaccino", nel senso di relativo a bovino); quando, in un secondo tempo, inoculò al bambino il virus umano, l´infezione non si sviluppò. A distanza di quasi 200 anni, l´OMS dichiarò il vaiolo definitivamente eradicato, quale esito di un percorso che non è stato solo quello della storia naturale di una malattia il cui decorso è stato modificato dalla ricerca dell´uomo, ma una tappa fondamentale nella Storia dell´Umanità.
A partire da questa fondamentale osservazione, ci fu un´estensione della pratica che riguardò, nei limiti del possibile, tutti gli agenti patogeni di malattia all´epoca potenzialmente mortali anche per la mancanza di farmaci che ne contrastassero l´aggressività. I primi antibiotici, peraltro attivi solo sui batteri, risalgono al 1935 col prontosil, un precursore dei sulfamidici; la penicillina fu scoperta nel 1942.
Le infezioni, inoltre, trovavano terreno fertile nella mancanza delle minime norme igieniche che non riguardavano solo le classi meno abbienti della popolazione, ma anche i medici. Si pensi che l´intuizione di Ignác Semmelweis riguardo l´imposizione dell´uso di ipoclorito di calcio per la pulizia delle mani prima di accostarsi alle donne partorienti risale al 1847, e non fu accettata dalla comunità scientifica, che diede del mistificatore a Semmelweis (si dovrà aspettare Pasteur nel 1879 e Lister nel 1883 per confermare il concetto di contaminazione batterica).
In attesa di antisettici e antibiotici, il trattamento delle gravi malattie infettive che decimavano soprattutto (ma non solo) la popolazione meno abbiente e in particolare i bambini doveva essere affidato soprattutto alla prevenzione, che sfruttò due canali fondamentali: il miglioramento delle condizioni di vita e il tentativo di sviluppo dei vaccini.
Vennero prese in considerazione malattie di impatto sociale spaventoso come tubercolosi – il mal sottile che alimentò anche parte della Letteratura dell´Ottocento – o la difterite, o anche l´influenza: si pensi alla tragica epidemia di Spagnola che, fra il 1918 e il 1920, uccise decine di milioni di persone soprattutto giovani in tutto il mondo, con una mortalità che superava il 20% delle persone affette.
La poliomielite – altro terribile flagello che colpiva soprattutto i bambini, con paralisi permanenti anche a carico della meccanica respiratoria – fu probabilmente la prima malattia infettiva a essere combattuta da campagne di vaccinazione di massa, soprattutto in America ove si era manifestata in modo endemico, grazie allo sviluppo dei vaccini prima di Salk e poi di Sabin. I due vaccini hanno eliminato la poliomielite dalla maggior parte dei paesi del mondo e hanno ridotto l´incidenza a livello mondiale da circa 350.000 casi registrati nel 1988 a 1.652 casi del 2007, sino al minimo storico di 223 casi nel 2012 (Global Polio Eradication Initiative > Data and monitoring).

Questo breve e incompleto excursus è necessario per capire quanto la vaccinazione abbia influito sulla Storia dell´Umanità, e quanto conseguentemente sia antistorico e antiscientifico – oltre che estremamente pericoloso – qualunque atteggiamento anche solo dubitativo verso i vaccini.
I vaccini hanno permesso la pressoché totale eradicazione di malattie endemiche che hanno decimato la popolazione mondiale, a un prezzo complessivamente contenuto e comunque molto inferiore a quello che sarebbe costata un´eventuale terapia, e con rischi nettamente inferiori rispetto a quelli della malattia che andavano a prevenire.
Ma le polemiche contro i vaccini esistono sin dai tempi di Jenner. Si basavano sull´introduzione di materiale animale nel corpo umano e sull´idea che l´opposizione alla malattia fosse innaturale. Comitati contro le vaccinazioni esistono sin dai primi dell´Ottocento, sino all´istituzione di vere e proprie società che si sono fatte carico di ottenere la sospensione dell´obbligo vaccinale, con immediato rebound delle epidemie. Le ragioni, anche quelle dei comitati attuali, si basano sempre su elementi pretestuosi che non hanno il minimo fondamento scientifico e sul concetto di una generica violazione della libertà personale e del principio di autodeterminazione.

I gruppi anti-vaccinali hanno ricevuto linfa vitale da un articolo pubblicato su Lancet nel 1998 a cura di A. Wakefield che ipotizzava una correlazione tra vaccino trivalente (morbillo, parotite e rosolia) e autismo. L´articolo, viziato da un conflitto di interessi e del tutto privo di qualsiasi fondamento scientifico, è stato successivamente ritirato da Lancet e il suo autore è stato radiato dall´Ordine dei Medici, ma il danno era stato fatto: ancora oggi, gli anti-vaccinisti sedicenti colti vi si riferiscono come a una specie di mantra, anche se la ricerca ha dimostrato l´assenza di correlazione fra la diagnosi di autismo e la vaccinazione.

Il rifiuto aprioristico della vaccinazione porta danni difficilmente quantificabili.
Innanzitutto, al singolo, che non è tutelato contro malattie potenzialmente mortali ancora oggi.
Ma il danno si ripercuote anche sulla collettività.
Si consideri il morbillo, per esempio.
Il Centro Europeo per la Sorveglianza e il Controllo delle Malattie nel mese di Marzo 2018 riporta queste cifre:
"Between 1 January 2017 and 31 December 2017, the EU/EEA Member States reported 14 451 cases of measles...During the period from 1 January 2017 to 31 December 2017, most cases were reported by Romania (5 560), Italy (5 004), Greece (967) and Germany (929), accounting, respectively, for 38%, 35%, 7% and 6% of all cases reported by EU/EEA countries" (Fonte 1) .
Per quanto concerne la mortalità:
"Thirty deaths due to measles were reported to TESSy during the 12-month period; with 19 in Romania, 4 in Italy, 2 in Greece and 1 each in Bulgaria, France, Germany, Portugal and Spain" (ibid.)
Interessanti le considerazioni per quanto concerne lo stato vaccinale:
"Of 13 610 cases with known vaccination status, 87% were unvaccinated, 8% were vaccinated with one dose, 3% were vaccinated with two or more doses, and 2% were vaccinated with an unknown number of doses. Of all cases, 6% had an unknown vaccination status. The proportion of cases with unknown vaccination status was highest in adults aged 25–29 years (13%)" (ibid.)
Esiste quindi una correlazione inversamente proporzionale fra la copertura vaccinale e la prevalenza della malattia:
"Measles continues to spread across Europe as the vaccination coverage in many EU/EEA countries is suboptimal" (ibid.).

Il calo del tutto immotivato di immunizzazione dei singoli porta anche al calo della cosiddetta "immunità di gregge", cioè la copertura dei soggetti che non sono o che non possono essere vaccinati, per esempio perché in corso di chemioterapia per malattie neoplastiche.
Grazie però all´obbligo introdotto dalla Legge Lorenzin, la copertura vaccinale è cresciuta del 5,12%, passando da 87,26% a 92,38%, un dato vicino al 95% che garantisce l´immunità di gregge o di gruppo che dir si voglia.
Se ne deriva che la Legge Lorenzin è stata indispensabile in un contesto marasmatico come quello italiano in cui le pressioni di politici e movimenti eterogenei hanno portato a un calo molto preoccupante, ampiamente sotto il 90%, quindi assolutamente inaccettabile in una società civile contemporanea.

Da quanto sopra brevemente esposto, si dovrebbero trarre alcuni "take-home messages":
  • La vaccinazione è storicamente parte essenziale dell´ingresso della civiltà umana nell´era contemporanea
  • La vaccinazione ha permesso l´eradicazione di alcune malattie: sicuramente il vaiolo, quasi completamente anche la poliomielite
  • La prevenzione è molto più efficace e meno costosa rispetto alla terapia
  • La mancata prevenzione porta a una recrudescenza di epidemie e pandemie, alcune delle quali – storicamente – hanno fatto nel mondo più vittime delle due Guerre Mondiali messe insieme
  • I dati statistici correlati alle vaccinazioni sono numeri non confutabili perché il campionamento è più che adeguato e l´analisi segue criteri matematicamente attendibili e validati. La loro esistenza non permette la contrapposizione di "opinioni [definibili come] parimenti valide". L´opinione non è mai opponibile a un dato numerico
  • Gli articoli che hanno ipotizzato una correlazione fra vaccini e autismo sono totalmente falsi, fraudolenti e i loro autori sono in malafede e al di fuori della Comunità Scientifica
  • La libertà personale e il principio di autodeterminazione non hanno validità se portano danno alla collettività
  • L´obbligo vaccinale (in Italia, Legge Lorenzin) è indispensabile in comunità che non raggiungono la copertura minima per l´immunità di gruppo. Non può essere né flessibile, né sindacabile, e questo per ragioni che riguardano la comunità
  • L´immunità di gruppo porta alla protezione di soggetti che non possono essere vaccinati
  • È auspicabile un´informazione basica, semplice e lineare che spieghi l´importanza delle vaccinazioni nel contesto di una comunità, fermo restando comunque l´obbligo vaccinale.

(Fonte 1): European Centre for Disease Prevention and Control. Monthly measles and rubella monitoring report,
February 2018. Stockholm: ECDC; 2018




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